Romano Luperini
ESSERE COMUNISTI 1. Essere comunisti significa che esiste un'unica ontologia: quella dell'essere sociale. Non ci si salva da soli; l'essere umano o è sociale o non è. 2. Il comunismo è la risposta a un bisogno di significato che sia capace di unire e non dividere gli uomini. Il comunismo è dunque un valore, prima (assai prima) di essere un programma politico o economico. Oggi si tratta anzitutto di conoscere o di riconoscere tale valore. 3. Il comunismo è un valore; come tale, non è dimostrabile. Scegliere il comunismo non è scegliere una certezza, ma una possibilità. Si tratta di una scelta a rischio, non garantita da nulla. Basata solo un'ipotesi razionale (l'ontologia dell'essere sociale) e su una necessità etica (è meglio ciò che unisce di ciò che divide). 4. Il comunismo è consapevole dei limiti della specie umana nell'universo, dei limiti di ogni valore e dunque anche di se stesso. Ma, se non sappiamo in assoluto cosa è il Bene, sappiamo tuttavia cosa è il meglio. In ogni circostanza è dato sapere ciò che libera e ciò che opprime. 5. Il comunismo non si identifica oggi nel progetto di una organizzazione sociale ed economica. Qualsiasi definizione in tal senso appare allo stato attuale soltanto scolastica, dunque inutile. Il comunismo è un percorso, una tendenza, un movimento di liberazione. E' tutto ciò che si muove per abolire lo stato presente delle cose (Marx). La lotta per il comunismo è il comunismo. "Essere comunisti significa essere in cammino" (Fortini). 6. Essere comunisti significa credere che l'eguaglianza e la fratellanza degli uomini siano preferibili al dominio di una piccola parte sulla grande massa dell'umanità. Ciò comporta l'esigenza di rimuovere le cause materiali e politiche che sprofondano nella miseria, nella fame, nella non-libertà milioni di uomini. Essere comunisti significa assumere una prospettiva planetaria riguardante la specie umana nel suo complesso. Il pensatore o l'uomo politico che resti nella prospettiva di una nazione o dell'Occidente è solo un provinciale che collabora a un sopruso. Essere comunisti significa che non devono esserci più albanesi. Finche ci sarà un albanese (o un extracomunitario da respingere alle frontiere), ci sarà un comunista perché ci sarà bisogno di comunismo. 7. Essere comunisti in Occidente significa sapere che, anche in Occidente, anche in Italia, vi sono gruppi di individui dotati di diseguali facoltà di gestire la propria vita, e cioè di gradi diversi di libertà economica, politica e culturale, e che tale diseguaglianza è un disvalore da combattere. Ma significa anche sapere di far parte di una società che condanna al genocidio intere popolazioni e quindi di essere responsabili della fame e della morte di milioni di persone. Essere comunisti significa perciò respingere la parte di noi stessi che, attivamente o passivamente, collabora all'affondamento degli albanesi.
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