martedì, ottobre 30, 2007

Comissione parlamentare d'inchiesta sul G8,che è?

Quando è stato firmato il programma dell'Unione mastella e di pietro dov'erano?A cena con berlusconi evidentemente e assieme a dini?No perchè mi sembra ormai chiaro che le serpi in seno al governo non siano nella sinstra"radicale"ma in questi tristi personaggi evidentemente alleati di qualcun'altro non certo di questo governo.Riporto un passaggio tratto dal programma dell'unione inserito sotto il titolo"strategia per la sicurezza".Ringrazio Roberto Renzetti per avercelo ricordato sul suo sito:
"La politica del centrodestra al riguardo si è mostrata del tutto indifferente: a vuoti annunci si sono affiancate misure che contrastano con il rispetto della legalità, l'inerzia rispetto alla criminalità economica, un abbassamento della guardia nel contrasto alla criminalità organizzata, l'utilizzo delle forze di polizia per operazioni repressive del tutto ingiustificate; basti pensare ai fatti di Genova, per i quali ancora oggi non sono state chiarite le responsabilità politica e istituzionale (al di là degli aspetti giudiziari) e sui quali l'Unione propone, per la prossima legislatura, l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta".
Non faccio commenti,spero solo che quello che ancora rimane della Sinistra riesca in qualche modo a creare un'unico fronte contro questo schifo!

domenica, ottobre 28, 2007

Libera nos Domine


Da morte nera e secca, da morte innaturale da morte prematura, da morte industriale per mano poliziotta, di pazzo o generale diossina o colorante, da incidente stradale dalle palle vaganti d'ogni tipo e ideale da tutti questi insieme, e da ogni altro male libera, libera, libera,libera nos, Domine.
Da tutti gli imbecilli d'ogni razza e colore dai sacri sanfedisti e da quel loro odoreDai pazzi giacobini e dal loro bruciore da visionari e martiri dell'odio e del terroreDa chi ti paradisa dicendo "è per amore"dai manichei che ti urlano "o con noi o traditore"libera, libera, libera,libera nos, Domine
Dai poveri di spirito e dagli intolleranti da falsi intellettuali giornalisti ignoranti Da eroi, navigatori, profeti, vati, santi dai sicuri di sè presuntuosi e arroganti Dal cinismo di molti dalle voglie di tanti dall'egoismo sdrucciolo che abbiamo tutti quanti libera, libera, libera,libera nos, Domine
Da te, dalle tue immagini e dalla tua paura dai preti di ogni credo da ogni loro impostura Da inferni e paradisi da una vita futura da utopie per lenire questa morte sicura Da crociati e crociate da ogni sacra scrittura da fedeli invasati di ogni tipo e natura libera, libera, libera,libera nos, Domine libera, libera, libera,libera nos, Domine

sabato, ottobre 27, 2007

Liberate Genova

Liberate Genova
Facciamo appello a tutti e tutte
coloro che erano a Genova il 19, 20,
21 luglio 2001. Ci rivolgiamo a tutti
quelli che oggi lottano contro le
guerre e la precarietà, contro la
devastazione del territorio e dei
beni comuni. A chi si batte
nell'università, sui posti di lavoro
e nei quartieri contro lo
sfruttamento. A chi combatte
l'abberrazione dei centri di denzione
per migranti. A chi non ha mai
rinunciato a sognare un mondo
diverso. I pm Canepa e Canciani hanno
richiesto 224 anni di carcere per i
25 manifestanti la cui unica colpa è
quella di essere stati a Genova a
contestare il G8 in quei giorni.
Questa richiesta getta la maschera su
che tipo di giustizia si vorrebbe
imporre. Quella che assolve sempre il
potere per i suoi crimini, e colpisce
con la violenza, con l'omicidio come
nel caso di Carlo Giuliani, con il
carcere chi osa disobbedire e
ribellarsi. Questa vergognosa
richiesta è semplicemente
inaccettabile.
L'obiettivo vero di questo processo è
riscrivere la storia, stravolgendola,
perché essa mette in difficoltà il
potere. Ci parla, la nostra storia,
di coraggio nello sfidare tutti
insieme i potenti del G8 che decidono
guerre e massacri. Ci parla di
disobbedienza alle leggi ingiuste, ai
divieti a esprimere il dissenso, come
quando Genova fu trasformata in una
enorme zona militarizzata e sottratta
alla democrazia. Ci parla, la storia
che questi pm vorrebbereo seppellire
con due secoli di carcere a chi
manifestava, delle torture a
Bolzaneto, delle cariche e dei
pestaggi nelle strade, del massacro
della Diaz compiti dalle forze
dell'ordine. Dell'unico capo della
polizia, che comandava tutte le
operazioni di Genova promosso
direttamente a membro di governo. Ci
rivolgiamo a tutti perché il vero
obiettivo di questo processo è quello
di colpire i movimenti di oggi e
quelli di domani. Noi, primi firmatari dell'appello
«Quelli di via Tolemaide», proponiamo
a tutti, di tornare a Genova il
prossimo 17 novembre, per ribadire
insieme che la verità non si
cancella, né con la violenza, né con
il carcere. Per gridare insieme che
vogliamo la libertà di coloro che
stanno pagando per una colpa che
tutti abbiamo, quella di esserci
ribellati all'ingiustizia. Chiediamo
a tutti di mobilitarsi, di riempire
quelle strade che il potere teme così
tanto da ricorrere al terrore per
tentare di tenerle vuote e mute.
Chiediamo anche a quelli che allora
non c'erano di venire, perché il
futuro è ciò che ci costruiamo ora. A
chi era a Genova e ora siede in
cariche istituzionali o di partito,
chiediamo di farsi garante
pubblicamente perché siano garantiti
i treni per chi vuole manifestare, e
le stazioni non siano militarizzate.
Invitiamo tutti alla grande
manifestazione che ribadirà che
disobbedire è giusto di fronte a un
mondo come questo, che il diritto a
resistere esercitato a Genova è stato
sacrosanto e naturale, che tutti gli
imputati devono essere liberati dalla
spada di damocle dei processi
politici condotti contro i movimenti.Partiremo alle ore 15.00 sabato 17
novembre dalla Comunità di San
Benedetto al Porto, Marina di Genova,
per giungere in Piazza De Ferrari, il
luogo dove il G8 ha tenuto il suo
vertice insaguinato di allora.Don Andrea Gallo (Fondatore Comunità
San Benedetto al Porto-Genova),
Valeria Cavagnetto (Genova), Vladia
Grillino (Genova), Milena Zappon
(Genova), Domenico Chionetti
(Genova), Simone Savona (Genova),
Luciano Bregoli (Genova), Luca Oddone
(Genova), Paolo Languasco (Genova),
Matteo Jade (Genova), Luca Daminelli
(Genova), Maurizio Campaga (Genova),
Luca Casarini (Marghera - imputato a
Cosenza), Tommaso Cacciari (Venezia),
Michele Valentini (Marghera), Max
Gallo (Padova), Vilma Mazza (Padova),
Duccio Bonechi (Padova-imputato a
Genova), Federico Da Re (
Padova-imputato a Genova), Cristian
Massimo (Monfalcone), Donatello Baldo
(Trento), Domenico Mucignat
(Bologna), Gianmarco De Pieri
(Bologna), Manila Ricci (Rimini),
Daniele Codelupi (Reggio Emilia),
Claudio Sanita (Alessandria).
Da:http://www.fisicamente.net/portale/modules/news/

mercoledì, ottobre 17, 2007

Qualcuno era comunista


Qualcuno era comunista?No penso che abbiamo capito male,non si erano spiegati bene,li avevamo fraintesi......loro erano altro,guardavano avanti:siamo noi che ci siamo sbagliati.


Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia. Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà. ... la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto una educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche... lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima… prima…prima… era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno era comunista perché la borghesia, il proletariato, la lotta di classe...
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI TRE.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggior partito socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi, solo in Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera...
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista, e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo. Perché sentiva la necessità di una morale diversa. Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno; era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Sì, qualcuno era comunista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come... più di sé stesso. Era come... due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No. Niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare... come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
e dall’altra il gabbiano senza più neanche l’intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.


di Giorgio Gaber e Sandro Luporini

martedì, ottobre 16, 2007

ZOMBIE DI TUTTO IL MONDO UNITEVI


Oggi,mentre lavoravo,mi è venuta in mente una vecchia canzone di Gianfranco Manfredi e,non so perchè ne se ci sia attinenza,l'ho collegato all'oggi,fate un po' voi



ZOMBIE DI TUTTO IL MONDO UNITEVI
E attraverso i muri / attraverso le porte / passano i fantasmi / delle
persone morte / passa il desiderio / di zombie proletari / che solo nei
silenzio / sanno illudersi uguali / passa un sogno perduto / di
ricomposizione / ma come ricomporre / un bacio un'emozione / passa un
sogno suicida / che dice che ha sparato / a un cuore che non c'è / al
cuore dello Stato / passa un sogno che canta / l'ultima ideologia / io
voglio la sua testa / la testa di Maria / Maria che non esiste / che e'
solo una canzone / Maria che non è bella / neanche come nome.
E attraverso il rifiuto / attraverso i rifiuti / abbiam trovato asilo / su
mondi separati / e per comunicarci / il menu di domani / possiamo
solamente / far segni con le mani / e fare le boccacce / d'un linguaggio
inventato / che non emette suoni / emette solo fiato / con un po' di paura
/ che un intellettuale / capisca anche il silenzio / e lo voglia svelare /
e ci tolga la voglia / di non capire niente / vivendo come corpo / anche
la nostra mente / sapendo che comprendere / vuole dire abbracciare / ma se
l'abbraccio è morsa / vuol dire strangolare / sapendo che la morte / non è
così lontana / siamo noi che l'amiamo / non è lei che ci chiama / perché
siamo i fantasmi / del fantasma d'Europa / che di carne e di sangue / ne
ha conservata poca / e dice con sospiro / come un basso profondo / unitevi
di nuovo / zombie di tutto il mondo.
Da tutte le paludi / da tutte le galere / lasciando le famiglie /
lasciando le bandiere / che vogliono bendare / questi corpi straziati /
noi non li nascondiamo / questi corpi spezzati / ci si vede attraverso /
ci si vede lontano / trasparenza assoluta / che si tocca con mano /
trasparenza che dice / che oltre questa storia / ce n'è una più bella / e
non è la memoria / e non è nostalgia / che i ritratti conserva / di noi
quando da piccoli / avevamo la barba / è la storia segreta / la storia
parallela / là dove il nostro inverno / diventa primavera.


La potete scaricare da questo indirizzo:http://www.filefactory.com/file/626e57/

lunedì, ottobre 08, 2007

Canzone per il Che


Canzone per il Che
Biondini - Guccinida Ritratti [2004]
Un popolo può liberare se stesso dalle sue gabbie d'animali
elettrodomestici, ma all’avanguardia d’America dobbiamo fare dei sacrifici verso il cammino lento della piena
libertà...
E se il rivoluzionario non trova altro riposo che la morte, che rinunci al riposo e sopravviva... Niente o nessuno lo trattenga, anche per il momento d'un bacio o per qualche calore di pelle o
prebenda...
I problemi di coscienza interessano
tanto quanto la piena perfezione di un
risultato, lottiamo contro la miseria, ma allo stesso tempo contro la
sopraffazione...
Lasciate che lo dica ma il rivoluzionario quando è vero è
guidato da un grande sentimento
d’amore, ha dei figli che non riescono a
chiamarlo, mogli che fan parte di quel
sacrificio, suoi amici sono “compañeros de la
revolucion”...
Addio vecchi, oggi è il giorno
conclusivo, non lo cerco, ma è già tutto nel mio
calcolo. Addio Fidel, oggi è l’atto
conclusivo, sotto il mio cielo, nella gran patria
di Bolìvar la luna de Higueras è la luna de
Playa Giron.
Sono un rivoluzionario cubano,sono un rivoluzionario d’America...
"Signor Colonnello, sono Ernesto, il
“Che” Guevara: Mi spari, tanto sarò utile da morto
come da vivo..."

mercoledì, ottobre 03, 2007

BALLATA DELLA CITTÀ TRISTE


Nelle vie ferme della città triste non si odono risate,non si resiste più.Nelle vie oscure regna la paura,senza fine sono i giorni della vita in segreto.
Entro le sue mura è finita la speranza:ricorda il futuro solo il pianto dei bimbi.Entro le porte con artigli brutali i padroni tengono iene e sciacalli.
E chi può passare per le vie buie senza aver paura di soffrire mille torture?Chi può passare per le vie infestate senza aver più paura di ferri e catene?
Nelle vie zitte una sola canzone:gli scarponi chiodati dal rimbombo marziale.Partono per la guerra a ammazzare senza ragione,a piantare in altra terra il seme della maledizione.
Con la testa china sotto un infame giogo come un lento gregge verso le mani del boia,passa tanta gente,e tanto afflitta che, ora come ora,mal si sente la vita.
E chi può passare per le vie moribonde senza avere paura di soffrire mille sevizie?Chi può passare per le vie malate senza aver più paura di carceri e catene?
Nella città triste condannano chi pensa,e il suo popolo assiste nell’indifferenza.Si ha paura del vicino,dell’amico, del parente:il sospetto è un vizio in tutti quanti presente.
Nella città oscena si respira già male,tanto l’aria è avvelenata di minaccia e menzogna.Ma una rabbia crescente viene, viene aumentando;ché il salire dell’onda nessuno lo può proibire.
E chi può passare per le vie assediate senza avere paura di tradimenti e imboscate?Ma bisogna andare avanti senza temere inganni,e questo per sfidare l’ira dei tiranni.
Il pianto del lutto dà alla lotta ragione,ché la morte è il frutto della rassegnazione.Basta un grido lanciato tra la folla dei tanti a infiammar la rivolta in rivoluzione!
Balada da cidade tristeJosé Colaço Barreiros Lingua: Portoghese Versione italiana di Riccardo Venturi6 maggio 2006http://www.prato.linux.it/~lmasetti/antiwarsongs/canzone.php?lang=it&id=3967