lunedì, gennaio 28, 2008

La razza in estinzione


Ogni tanto fa' bene al cuore ritrovare le parole di Gaber.


Non mi piace la finta allegria
Non sopporto neanche le cene in compagnia
E coi giovani sono intransigente
Di certe mode, canzoni e trasgressioni Non me ne frega niente.
E sono anche un po' annoiato
Da chi ci fa la morale
Ed esalta come sacra la vita coniugale E poi ci sono i gay che han tutte le ragioni
Ma io non riesco a tollerareLe loro esibizioni.
Non mi piace chi è solidale E fa il professionista del sociale
Ma chi specula su chi è malato Su disabili, tossici e anziani È un vero criminale.
Ma non vedo più nessuno che s'incazzaTra tutti gli assuefatti della nuova razza
E chi si inventa un bel PartitoPer il nostro bene
Sembra proprio destinatoA diventare un buffone.
Ma forse sono io che faccio parte
Di una razzaIn estinzione.

La mia generazione ha visto Le strade, le piazze gremite
Di gente appassionata Sicura di ridare un senso alla propria vita
Ma ormai son tutte cose del secolo scorso
La mia generazione ha perso.

Non mi piace la troppa informazione Odio anche i giornali e la televisione
La cultura per le masse è un'idiozia La fila coi panini davanti ai musei Mi fa malinconia.
E la tecnologia ci porterà lontano Ma non c'è più nessuno che sappia l'italiano
C'è di buono che la scuola Si aggiorna con urgenza E con tutti i nuovi quiz
Ci garantisce l'ignoranza.

Non mi piace nessuna ideologia Non faccio neanche il tifo per la democrazia
Di gente che ha da dire ce n'è tanta La qualità non è richiesta È il numero che conta.
E anche il mio Paese mi piace sempre meno Non credo più all'ingegno del popolo italiano
Dove ogni intellettuale fa opinione
Ma se lo guardi bene È il solito coglione.
Ma forse sono io che faccio parte Di una razza In estinzione.

La mia generazione ha visto Migliaia di ragazzi pronti a tutto
Che stavano cercando Magari con un po' di presunzione
Di cambiare il mondo. Possiamo raccontarlo ai figli Senza alcun rimorso
Ma la mia generazione ha perso.

Non mi piace il mercato globale Che è il paradiso di ogni multinazionale
E un domani state pur tranquilli Ci saranno sempre più poveri e più ricchi Ma tutti più imbecilli.
E immagino un futuro Senza alcun rimedio
Una specie di massa Senza più individuo E vedo il nostro Stato
Che è pavido e impotente È sempre più allo sfascio
E non gliene frega niente E vedo una Chiesa
Che incalza più che mai
Io vorrei che sprofondasse Con tutti i Papi e i Giubilei.
Ma questa è un'astrazioneÈ un'idea di chi appartiene
A una razza In estinzione.