domenica, gennaio 18, 2009

Una lettera di Nelson Mandela a Thomas Friedman sull’apartheid in Israele



Una lettera di Nelson Mandela a Thomas Friedman sull’apartheid in Israele

Da: Nelson Mandela (primo Presidente del Sud Africa)
A: Thomas L. Friedman (articolista del New York Times)
 
So che entrambi desideriamo la pace in Medioriente, ma prima che tu continui a parlare di condizioni necessarie da una prospettiva israeliana, devi sapere quello che io penso.
Da dove cominciare? Che ne dici del 1964? Lascia che ti citi le mie parole durante il processo contro di me. Oggi esse sono vere quanto lo erano allora: "Ho combattuto contro la dominazione dei bianchi ed ho combattuto contro la dominazione dei neri. Ho vissuto con l'ideale di una società libera e democratica in cui tutte le sue componenti vivessero in armonia e con uguali opportunità. E' un ideale che spero di realizzare. Ma, se ce ne fosse bisogno, 
e' un ideale per cui sono disposto a morire". 
Oggi il mondo, quello bianco e quello nero, riconosce che l'apartheid non ha futuro. In Sud Africa esso e' finito grazie all'azione delle nostre masse, determinate a costruire pace e sicurezza. Una tale determinazione non poteva non portare alla stabilizzazione della democrazia. 
Probabilmente tu ritieni sia strano parlare di apartheid in relazione alla situazione in Palestina o, più specificamente, ai rapporti tra palestinesi ed israeliani. Questo accade perché tu, erroneamente, ritieni che il problema palestinese sia iniziato nel 1967. Sembra che tu sia stupito del fatto che bisogna ancora risolvere i problemi del 1948, la componente più importante dei quali e' il Diritto al ritorno dei profughi palestinesi. 
Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione militare e Israele non e' un Paese che si sia stabilito "normalmente" e che, nel 1967, ha occupato un altro Paese. I palestinesi non lottano per uno "Stato", ma per la libertà, l'indipendenza e l'uguaglianza, proprio come noi sudafricani. 
Qualche anno fa, e specialmente durante il governo laburista, Israele ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranità israeliana e che i palestinesi non avrebbero mai avuto uno Stato indipendente, ma sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare. Israele non pensava ad uno "Stato", ma alla "separazione". 
Il valore della separazione e' misurato in termini di abilità, da parte di Israele, di mantenere ebraico lo Stato ebraico, senza avere una minoranza palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia secolare o uno Stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di apartheid non solo de facto, ma anche de jure. Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni, scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi morissero". 
Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano già due differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per quelle ebraiche. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprietà ed alla terra. La proprietà palestinese non è riconosciuta come proprietà privata perché può essere confiscata. 
Per quanto riguarda l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans. Sono entità ristrette entro la struttura di potere del sistema di apartheid israeliano. Lo stato palestinese non può essere il sottoprodotto dello stato ebraico solo perchè Israele mantenga la sua purezza ebraica. La discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della maggioranza dei palestinesi. 
Dal momento che Israele e' uno stato ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i non-ebrei. 
I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico. 
L'apartheid e' un crimine contro l'umanità. Israele ha privato milioni di palestinesi della loro proprietà e della loro libertà. Ha perpetuato un sistema di gravi discriminazioni razziali e di disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione civile, in particolare bambini. 
La risposta data dal Sud Africa agli abusi dei diritti umani risultante dalla rimozione delle politiche di apartheid, fa luce su come la societa' israeliana debba modificarsi prima di poter parlare di una pace giusta e durevole in Medio oriente. 
Thomas, non sto abbandonando la diplomazia. Ma non sarò più indulgente con te come lo sono i tuoi sostenitori. Se vuoi la pace e la democrazia, ti sosterrò. Se vuoi l'apartheid formale, non ti sosterrò. Se vuoi supportare la discriminazione razziale e la pulizia etnica, noi ci opporremo a te. 
Quando deciderai cosa fare, chiamami." 
Nelson Mandela, primo presidente del Sud Africa

venerdì, gennaio 16, 2009

Perché l'Occidente E' Tanto Odiato di Robert Fisk


 
The Indipendent
Perché l'Occidente E' Tanto 
Odiato
 
Robert Fisk 
Traduzione: Bernardino Tolomei
 
Ci risiamo, Israele ha 
riaperto le porte dell'inferno
per i palestinesi. Quaranta 
rifugiati civili morti in una 
scuola dell'ONU, altri tre in 
un'altra. Non male per il 
lavoro di una notte a Gaza 
dell'esercito che crede nella 
"purezza delle armi". Ma 
perché dovremmo sorprenderci?
Ci siamo dimenticati dei 
17.500 morti - per la maggior
parte civili, per la maggior
parte donne e bambini - 
nell'invasione israeliana del 
Libano; i 1.700 civili 
palestinesi morti nel massacro 
di Sabra-Chatila; il massacro
a Qana nel 1996 di 106
rifugiati civili libanesi
bambini per più della metà, in 
una base ONU; il massacro dei 
rifugiati di Marwahin che 
erano stati cacciati dalle
loro case dagli israeliani nel 
2006. e poi massacrati 
dall'equipaggio di un 
elicottero israeliano; i 1.000 
morti, quasi tutti 
bambini,dell'invasione e del 
bombardamento del Libano in 
quello stesso 2006?
Quello che è incredibile è che 
tanti leader occidentali, 
tanti presidenti e primi 
ministri e temo, tanti 
giornalisti si siano bevuti la
solita vecchia bugia: che 
Israele ci mette tanta 
attenzione per evitare le 
vittime civile. "Israele fa 
ogni possibile sforzo per 
evitare che ci siano delle
vittime civili" ha detto uno
degli ambasciatori israeliani
poche ore prima del massacro 
di Gaza. E ciascun presidente
e primo ministro che ha 
ripetuto questa menzogna come
pretesto per evitare un 
cessate il fuoco, ha sulle 
mani il sangue della 
macelleria dell'altra notte.
Se George Bush avesse avuto il 
coraggio di chiedere un 
immediato cessate il fuoco 48
ore prima, quei 40 civili, i 
vecchi e le donne e i bambini, 
sarebbero ancora vivi.
Quello che è successo non è 
solo deplorevole, è una vera 
vergogna. Sarebbe troppo forte 
chiamarlo crimine di guerra? 
Perché è così che definiremmo 
questa atrocità se a 
commetterla fosse stata Hamas.
Quindi è stato davvero un 
crimine di guerra, temo. Dopo 
aver scritto su tante 
uccisioni di massa compiute 
dagli eserciti del Medio 
Oriente - dalle truppe
siriane, dalle truppeirachene, 
dalle truppe iraniane, dalle 
truppe israeliane - penso che 
la mia reazione dovrebbe 
essere di cinismo. Ma Israele 
rivendica di star combattendo 
la nostra guerra contro il 
"terrorismo internazionale". 
Gli israeliani dichiarano che 
a Gaza stanno combattendo per 
noi, per i nostri ideali 
occidentali, per la nostra 
sicurezza, in nostra difesa, 
secondo i nostri valori. E 
così anche noi siamo coinvolti 
nella ferocia dispiegata su 
Gaza.
In passato ho riferito sulle 
scuse che l'esercito 
israeliano ci ha imbandito per 
questi atti vergognosi. Dato 
che esse possono essere 
riscaldate per le prossime 
ore, eccone alcune: che i 
palestinesi avevano ucciso i 
loro stessi profughi, che i 
palestinesi avevano tirato 
fuori i corpi dai cimiteri e 
li avevano sistemati tra le 
rovine, infine che la colpa 
era dei palestinesi perché 
appoggiavano una fazione 
armata, o perché dei 
palestinesi armati avevano 
usato deliberatamente dei 
profughi innocenti come scudi.
Il massacro di Sabra e Chatila 
fu commesso dai falangisti 
libanesi alleati della destra 
israeliana, mentre le truppe 
israeliane, come ha rivelato 
la stessa commissione 
d'inchiesta israeliana, rimase 
a guardare per 48 ore senza 
fare niente. In risposta alle 
critiche nei confronti di 
Israele, il governo di 
Menachem Begin accusò il mondo 
di diffamazione. Dopo che 
l'artiglieria israeliana aveva
fatto fuoco contro la base ONU 
di Qana nel 1996, gli 
israeliani affermarono che 
nella base si nascondevano
anche degli armati di 
Hezbollah. Era una bugia. I 
più di 1.000 morti del 2006 - 
una guerra iniziata dopo che 
Hezbollah aveva catturato sul 
confine due soldati israeliani
- furono liquidati 
semplicemente come una 
responsabilità di Hezbollah. 
Israele dichiarò che i corpi 
dei bambini uccisi in un
secondo massacro di Qana 
potevano essere stati portati 
da un cimitero. Era un'altra 
bugia. Per il massacro di 
Marwahin non fu mai chiesto 
scusaFu intimato alla gente 
del villaggio di andarsene, 
essi obbedirono agli ordini ma 
furono attaccati da un 
elicottero armato. I profughi 
presero i bambini e li misero 
intorno al camion con cui
stavano viaggiando , per far 
capire ai piloti israeliani di 
essere inoffensivi. Allora 
l'elicottero si avvicinò e li
sterminò; solo due 
sopravvissero, fingendosi 
morti. Israele non ha mai
chiesto neppure scusa.
Dodici anni prima un altro 
elicottero israeliano aveva 
attaccato un'ambulanza che
portava dei civili di unvicino
villaggio - anche 
questa volta dopo che era 
stato intimato loro di 
andarsene - ed avevano ucciso 
tre bambini e due donne. Gli
israeliani dichiararono che un 
combattente Hezbollah era 
nell'ambulanza. Non era vero. 
Io riportai tutte queste 
atrocità. Investigai, parlai 
coi sopravvissuti. Così fecero 
molti miei colleghi. 
Naturalmente ci toccò la più 
infamante delle calunnie: 
fummo accusati di essere 
antisemiti.
Scrivo quanto segue senza il
minimo dubbio:sentiremo ancora
questo tipo di scandalose 
invenzioni. Ci propineranno la 
menzogna la-colpa-è-di-Hamas - 
lo sa il cielo che c'è 
abbastanza di cui incolparli, 
senza aggiungerci altri 
crimini - e ci racconteranno 
dei corpi-presi-nei-cimiteri, 
e quasi sicuramente ci 
racconteranno che 
Hamas-era-nella-scuola-dell'ONU
 e certo avremo la bugia 
dell'antisemitismo. E i nostri 
leader mugugneranno e 
ricorderanno al mondo che è 
stata Hamas a romperela 
tregua. Non è vero. L'ha rotta 
Israele, prima il 4 novembre 
con un bombardamento che
uccise sei palestinesi a Gaza 
e ancora il 17 novembre 
uccidendo in un altro 
bombardamento altri quattro 
palestinesi.
Si, Israele ha diritto alla 
sicurezza. 20 israeliani 
uccisi intorno a Gaza in 10 
anni è un triste bilancio. Ma
con 600 palestinesi morti in 
poco più di una settimana, 
migliaia a partire dal 1948 - 
quando il massacro di Deir 
Yassin mise in moto la fuga 
dei palestinesi da quella 
parte di Palestina che sarebbe 
diventata Israele - siamo su 
tutta un'altra scala. Qui non 
siamo ad un normale salasso 
mediorientale, questa è 
un'atrocità al livello delle
guerre nei Balcani degli anni 
'90.
E naturalmente, quando un 
arabo dispiega una furia 
sfrenata e tira fuori tutta la 
sua rabbia cieca ed 
incendiaria contro
l'occidente, diremo che tutto 
questo non ha niente a che
fare con noi. Perché ci 
odiano?, ci chiediamo. Ma non 
raccontiamoci di non conoscere 
la risposta.

domenica, gennaio 11, 2009

SIDUN


SIDONE

Il mio bambino il mio
il mio
labbra grasse al sole
di miele di miele
tumore dolce benigno
di tua madre
spremuto nell'afa umida
dell'estate dell'estate
e ora grumo di sangue orecchie
e denti di latte
e gli occhi dei soldati cani arrabbiati
con la schiuma alla bocca
cacciatori di agnelli
a inseguire la gente come selvaggina
finché il sangue selvatico
non gli ha spento la voglia
e dopo il ferro in gola i ferri della prigione
e nelle ferite il seme velenoso della deportazione
perché di nostro dalla pianura al modo
non possa più crescere albero né spiga né figlio
ciao bambino mio l'eredità
è nascosta
in questa città
che brucia che brucia
nella sera che scende
e in questa grande luce di fuoco
per la tua piccola morte

 

giovedì, gennaio 08, 2009

Poveri Partigiani

                    Assassinati dai repubblichini a Piazzale Loreto



Poveri Partigiani
di Ascanio Celestini


Poveri partigiani portati in processione,
nei telegiornali, alla televisione,
sopravvissuti un tempo alle fosse comuni,
ma seppelliti in questo tempo dall’informazione.

Sfilano il 25 aprile, con le medaglie appese alle bandiere
accanto alle mogli dei sottosegretari appena uscite dal parrucchiere
dicono sottovoce: “viva la costituzione
ma adesso è tardi mi chiude la posta... devo prendere la pensione…”

Poveri deportati che mostrano la matricola alle telecamere
tra una pubblicità e l’altra il tetro tatuaggio
“questo sterminio vi è gentilmente offerto da una bibita gassata e da un famoso formaggio”

Poveri nomi e cognomi dei caduti di tutte le guerre
che stanno sempre sulla bocca degli onorevoli politici
con tutti quei morti in bocca c'avranno sicuramente un alito pesante
la loro lingua è un camposanto... dove resuscitano ogni tanto…

Poveri morti di Nassirya che forse ci credevano davvero
chi muore muore con onore... chi sopravvive vive nel dolore
povero Nicola Calipari che gli hanno pure intitolato un’isola pedonale
sarà contenta la moglie che ha sposato
una zona a traffico limitato?

Poveri parenti degli eroi, che almeno per un giorno
sono stati eroi anche loro, nei funerali in mondovisione
ma appena il giorno dopo, erano morti anche loro…
erano morti… che ricordavano altri morti.

Ma voi:

Ricordate i morti ma ricordateli vivi
Ricordate i morti ma ricordateli vivi
Ricordate i morti ma ricordateli vivi
Ricordate i morti ma ricordateli vivi
Ricordate i morti ma ricordateli vivi
….

sabato, gennaio 03, 2009

L'angelo della morte

Chimes of freedom/ Campane di Libertà


Una versione stupenda della canzone di Dylan cantata da Bruce Springsteen,Sting e altri.
L'originale è del 1964  da "Another side of Bob Dylan" 
Ringrazio Nathrillo che ha postato il video su You Tube

CAMPANE DI LIBERTÀ

Lontano tra la fine del tramonto e lo scampanìo spezzato di mezzanotte
ci riparammo in un androne mentre il tuono esplodeva con fragore
e mentre maestose campane di lampi colpivano ombre negli abissi
come se fossero lampeggianti campane di libertà
lampeggianti per i guerrieri la cui forza è non combattere
lampeggianti per i rifugiati sull'inerme via della fuga
E per ognuno e per tutti i poveri soldati nella notte
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Attraverso la fornace disciolta della città inaspettatamente guardammo
con visi nascosti mentre i muri si restringevano
mentre l'eco delle campane nuziali prima della pioggia sferzante
si dissolveva nello scampanare dei fulmini
che suonavano per il ribelle che suonavano per il miserabile
che suonavano per lo sfortunato l'abbandonato e il rifiutato
che suonavano per l'escluso messo costantemente al rogo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Attraverso il folle mistico martellare della selvaggia incessante grandine
il cielo esplodeva i suoi poemi in nuda meraviglia
che il tintinnare delle campane della chiesa soffiava lontano nella brezza
lasciando solo le campane di fulmini ed il loro tuono
che colpiva per il gentile, che colpiva per il mite
che colpiva per i guardiani ed i protettori della mente
ed il poeta ed il pittore lontano oltre questo giusto tempo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Nella deserta cattedrale della sera la pioggia svelava lunghe storie
per le nude forme senza volto nè posizione
e suonava per le lingue con nessun posto in cui portare i propri pensieri
tutte costrette in situazioni scontate
suonava per il sordo ed il cieco e suonava per il muto
per la bistrattata madre senza marito la prostituta ingiuriata
per il delinquente da poco incatenato ed imbrogliato ed inseguito
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Sebbene la bianca cortina di una nuvola mandasse bagliori in un angolo lontano
e l'ipnotica nebbia acquiginosa si stava lentamente alzando
lampi elettrici ancora colpivano come dardi lanciati
non per quelli condannati a vagare oppure per quelli impossibilitati a vagare
e suonavano per quelli che cercano sui loro sentieri di ricerca senza parole
per gli amanti con la solitudine nei cuori con una storia troppo personale
e per ogni gentile anima innocua messa ingiustamente dentro una prigione
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Con gli occhi splendenti di sorriso ricordo quando fummo presi
in trappola dal non scorrere delle ore perchè stavano sospese
mentre ascoltavamo un'ultima volta e guardavamo con un ultimo sguardo
incantati e sommersi finchè cessò lo scampanìo
che suonava per i malati le cui ferite non possono essere lenite
per le schiere dei confusi, accusati, maltrattati quelli disillusi o peggio
e per ogni uomo imprigionato nell'intero universo
e vedemmo al di sopra le lampeggianti campane di libertà

Da:http://www.prato.linux.it/~lmasetti/antiwarsongs/canzone.php?id=3299&lang=it