mercoledì, aprile 12, 2006
Dante Di Nanni
Perchè ricordare Dante Di Nanni?Forse Di Nanni mi è tornato in mente proprio grazie alle elezioni,forse mi è venuto naturale fare un confronto tra i compagni di oggi e quelli di 60 anni fa',perchè,bisogna sempre tenerlo ben presente,che è grazie agli uomini come lui ,nonostante berlusconi&C,oggi noi viviamo in un paese democratico.
Riporto di seguito il testo di una canzone a lui dedicata negli anni 70 dai mitici Stormy Six ed alcune note tratte dal sito dell'ANPI e dal sito:
http://freeweb.supereva.com/gcddn.freeweb/dante%20di%20nanni.html?
Dante di Nanni -Stormy Six
Nel traffico del centro pedala sopra il suo tricicloe fischia forte alla garibaldina.Il carico che piega le sue gambe e' l'ingiustizia,la vita e' dura per Dante di Nanni.L'alba prende il treno e c'e' odore di porcilesui marciapiedi della sua pazienza,e nella testa pesano volumi di bugie.La sera studiera', Dante di Nanni.Trent'anni son passati, da quel giorno che i fascistici si son messi in cento ad ammazzarloE cento volte l'hanno ucciso, ma tu lo puoi vedere:gira per la citta', Dante di Nanni.L'ho visto una mattina sulla metropolitanaE sanguinava forte, e sorrideva.Su molte facce intorno c'era il dubbioe la stanchezza.Ma non su quella di Dante di Nanni.Trent'anni son passati, da quel giorno che i fascistiCi si son messi in cento ad ammazzarloE ancora non si sentono tranquilli,perché sanno che gira per la citta', Dante di Nanni.
ANPI - Dante Di Nanni
Dante Di Nanni Nato a Torino il 27 marzo 1925, caduto nella stessa città il 18 maggio 1944, motorista, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Intorno a mezzogiorno la notizia era già arrivata, creando viva eccitazione, nelle grandi fabbriche di Torino: "Stanno sparando contro le brigate nere in Borgo San Paolo". In realtà erano i fascisti e i tedeschi che, con l’appoggio di un carro armato e di un’autoblinda, dalle 11 scaricavano gragnole di colpi contro le finestre del secondo piano di un edificio di via San Bernardino. Dalla casa, ogni tanto, partivano brevi, precise raffiche di mitra e qualche lancio di bombe a mano. Ad un certo punto una carica di tritolo bloccò anche il carro armato. Poi i colpi che arrivavano dalla casa si fecero sempre più radi e ad un tratto ad un balcone apparve la figura di un uomo; il giovane si avvicinò vacillando alla ringhiera, levò in alto il pugno chiuso in un ultimo gesto di sfida e si lasciò cadere nel vuoto. Così morì Dante di Nanni, che già pochi giorni dopo fu proclamato "Eroe nazionale" dal Comitato militare del CLN regionale piemontese. Il ragazzo era figlio d’immigrati pugliesi. A 15 anni era entrato in fabbrica, ma aveva continuato a studiare in una scuola serale. A 17 si era arruolato in Aeronautica e nell’agosto del 1943 era motorista al I Nucleo addestramento caccia di Udine. L’8 settembre del 1943 non segnò il ritorno a casa ma, con l’amico Francesco Valentino, poi impiccato dai fascisti in corso Vinzaglio a Torino, l'inizio della lotta contro i nazifascisti in una piccola banda nelle vicinanze di Boves. Dispersa la formazione, Di Nanni, sempre con Valentino, alla fine di dicembre riuscì a riparare nella sua abitazione torinese. L’inattività durò poco. Alla fine di gennaio, i due ragazzi erano già entrati nei G.A.P. comandati da Giovanni Pesce. La notte del 17 maggio Pesce, Di Nanni, Bravin e Valentino attaccano una stazione radio sulla Stura; prima di farla saltare in aria disarmano i nove militi che la presidiavano e, sulla promessa che non avrebbero dato l’allarme, salvano loro la vita. I gappisti, invece, vengono traditi e sono sorpresi da un intero reparto nemico. Nello scontro, i quattro rimangono tutti feriti, ma riescono a sganciarsi. Il più grave è Di Nanni, raggiunto da sette proiettili al ventre, alla testa e alle gambe. Pesce, ferito ad una gamba, riesce a trascinare Dante in una cascina e, all’alba, a farlo trasportare nella base di borgo San Paolo. Qui un medico antifascista vede il ferito, ne ordina l’immediato ricovero in ospedale e Pesce lascia Di Nanni per organizzarne il trasporto. Quando ritorna, i fascisti, avvertiti da una spia, stanno già sparando contro la casa di via San Bernardino.
http://freeweb.supereva.com/gcddn.freeweb/dante%20di%20nanni.html?pDurante un assalto ad una stazione radio che disturbava le frequenze di Radio Londra, Dante rimase ferito da sette colpi. Subito venne trasportato in una casa-rifugio, dove ricevette i primi soccorsi. Nonostante le cure del medico, le condizioni di Dante restarono gravi. Dovette attendere l'arrivo di un ambulanza, che lo avrebbe portato in ospedale. Purtroppo giunsero prima i fascisti e i tedeschi. Barricatosi in casa, una volta circondato lo stabile, respinse diversi attacchi e decimò i nazifascisti. Finite le munizioni, ferito e stanco, decise di uccidersi gettandosi dal balcone a pugno chiuso, piuttosto che farsi prendere vivo dai nazifascisti...
"[...] si dirige strisciando verso la ringhiera del balcone, con uno sforzo disperato si alza in piedi: non sente più il dolore. S'affaccia. Come d'incanto gli spari cessano all'improvviso. Quell'apparizione sorprende gli assalitori: quel ragazzo seminudo, coperto di cerotti e di sangue che saluta a pugno chiuso li lascia sgomenti e attoniti. In quell'attimo il ragazzo si poggia in avanti, preme col ventre, preme sempre di più, abbandona la testa in giù: -Mamma-, urla. Il corpo scivola nel vuoto, cade sul selciato. Eccolo. Il corpo del 'piccolo' è sul cemento, immobile: un povero fagotto di stracci, di sangue e di capelli neri. Accorre un milite fascista col mitra puntato. Sta per sparargli. Sopraggiunge un tedesco, e lo spinge via in modo brutale. Al padre, due giorni dopo,qualcuno racconterà la pietosa bugia: che i tedeschi hanno reso al morto l'onore delle armi. Nessuno ha visto. Ma certo hanno avuto più rispetto dei fascisti.
Era il 18 Maggio del 1944, anno del signore. Il 'piccolo' non se ne era andato nell'aldilà da solo. Nove tra tedeschi e fascisti uccisi. Diciassette i feriti."
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