La merda
Lei così tenera e pulita,
La base della nostra vita.
Lei che solleva dalle pene,
Lei che ci vuole tanto bene.
E tra ogni cosa, in fondo in fondo,
La più pacifica del mondo.
E tra ogni cosa, in fondo in fondo,
La più pacifica del mondo.
Il nome suo lo appiccichiamo
Al grande capo americano,
E a tutti i grandi mascalzoni
Che costruiscono cannoni.
Ma non è giusto, francamente,
Trattarla tanto indegnamente,
Ma non è giusto, francamente,
Trattarla tanto indegnamente.
Povera merda disgraziata,
Sempre svilita e disprezzata
Quando schifati ne parliamo
E il nome suo vituperiamo.
Mentre sappiamo che è innocente
E non ha colpa mai di niente,
Mentre sappiamo che è innocente
E non ha colpa mai di niente.
Non la si deve maltrattare,
Non la si deve confrontare
Con quegli squallidi drappelli
Che usano elmetti e manganelli.
E non si faccia mai la svista,
Di dire che è capitalista,
E non si faccia mai la svista
Di dire che è capitalista.
Sempre pazienti la aspettiamo
Ed ogni giorno la creiamo,
Mite, umilissima, garbata,
Utile, onesta e riservata.
Non la dovremmo tirar fuori
Per definir gli sfruttatori,
Non la dovremmo tirar fuori
Per definir gli sfruttatori.
Se per un po’ rifletterete
Onestamente converrete
Che perde presto consistenza
E ha una brevissima esistenza.
Mentre chi “merda” vien chiamato
Muore soltanto se ammazzato,
Mentre chi “merda” vien chiamato
Muore soltanto se ammazzato.
Anton Virgilio Savona
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