sabato, dicembre 24, 2011


                                                 Buon Natale

giovedì, dicembre 15, 2011

                                  

                       Giuseppe Pinelli   21 Ottobre1928 15 Dicembre 1969

martedì, dicembre 13, 2011

                                      Fascisti del terzo millennio,soliti assassini.
Casa Pound Italia "non siamo soliti chiedere la patente di sanità mentale"a dirlo sono loro, anche perchè il fascismo stesso è follia,violenza,xenofobia,razzismo.Ma  la pazzia del singolo ,come il suo suicidio, è una via di fuga troppo facile,navigate un po' in rete tra i siti di estrema destra,la pazzia è un male diffuso e quì entra in gioco anche il fascismo padano delle camicie verdi leghiste,dei dirigenti nazionali e locali della lega,sono 20 anni che soffiano sul fuoco del razzismo, ed allora il rogo del campo rom di Torino,la strage di Firenze con 2 morti e tre feriti senegalesi non appaiono così casuali ma conseguenti.Il nome dell'assassino fascista non lo voglio fare,voglio solo che si legga:
ASSASSINO e FASCISTA.  

lunedì, dicembre 12, 2011

                                                   
                                                           12 Dicembre 1969:nessun colpevole


 Pier Paolo Pasolini
Io so.
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).
Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.
Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.
Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti........

mercoledì, dicembre 07, 2011

"Pagherete caro, pagherete tutto.." (era uno slogan...)

Sito d'origine
http://scolpitosulleacque.myblog.it/archive/2007/07/28/pagherete-caro-pagherete-tutto-era-uno-slogan.html
E' stato tanto tempo fa ch'ero ragazzo e giocavo a fare, a pensare, a vestirmi e a raccontare d'essere comunista. Oggi questa cosa mi fa sorridere, a quel tempo come oggi non avevo un'idea di cosa significasse "comunismo".
Allora come oggi procedevo per analogie e similitudini. Essere comunista significava molto più semplicemente sentirmi diverso e dichiararlo, sentire dentro quella particolare inquietudine che si attacca alle pareti della vita e non la molla più, qualunque casa abiti, qualunque amore t'innamori, qualunque sostanza usi per i tuoi esercizi di temporaneo obnubilamento della coscienza.
Oggi come allora ho scelto in tutta libertà d'essere prigioniero, ho fortissimamente voluto rovinarmi l'esistenza, credere che le regole fossero da tradire e sovvertire, che non esistessero punti fermi se non nei limiti della nostra propria coscienza.
Ma, ovvio, non è affatto così.
Già da quell'epoca avrei dovuto (e avrei potuto senz'altro..) accorgermi che quel capitalismo contro il quale avevo in animo di lottare, di sovvertire ed annientare in qualche modo era ed è una parte della mia anima, dei miei comportamenti, del mio vivere. Come scoprire di essere brutti e voler cambiare. Si ma come? Come scoprire d'essere inetti e voler diventare geni. Si, ma come? E' qualcosa che è dentro di noi, di cui noi viviamo.
Il minimo indispensabile sarebbe una sostituzione. Combattere qualcosa senza sapere come sostituirla è solo un esercizio di stile. I nefasti effetti degli esercizi di stile? Bè, la noia, il disinteresse che sopraggiunge al "nulla di fatto".
Ma sarebbe solo il minimo indispensabile....
Se qualcuno m'avesse avvertito dicendomi: "guarda,... la vera scelta non è pro o contro ma dentro o fuori, normalità o ghetto, normalità o disperazione"....
Inutile lottare contro la normalità quando si è dentro quella stessa normalità, è un gioco stupido. Per cui ora mi ritrovo a pagare tutti gli errori commessi. I soldi che non ho guadagnato nessuno me li darà indietro, come quelli che mi sono stati sottratti. Le tasse sono costretto a pagarle, a pagarne mora e interessi.
A pagare, pagare tutto. No, non hanno pagato loro. Sto pagando io.
Capisco solo ora che la diversità non è un'aspirazione ma uno stato delle cose... O sei diverso davvero o sei come tutti gli altri. Con il tuo computer e il tuo hacking, con le tue letture, la chitarra e la musica e... i tuoi troppi errori.
Faccio bene l'amore, l'unica cosa che mi fa sorridere.
Perché ritorno al gioco, ad una qualche spensieratezza.
Ma è solo qualche volta, non sempre è così.
Essere teneri e sensibili mentre il resto della vita ti parla a forza di carta bollata, di bollette e di tempo che "non vedi che sta passando?.." non so quanto possa essermi utile.
Ma ora lo so. E sento ch'é tardi.