lunedì, maggio 25, 2009

Odio gli Indifferenti


L'avevo già pubblicato,molti lo conoscono ed io non voglio dimenticarlo.

Antonio Gramsci - Indifferenti

Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere 
partigiani. Chi vive veramente non può non essere 
cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è 
parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli 
indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza 
opera potentemente nella storia. Opera passivamente, 
ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è 
ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani 
meglio costruiti; è la materia bruta che strozza 
l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su 
tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla 
sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta 
potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi 
solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra 
l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non
sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita 
collettiva, e la massa ignora, perché non se ne 
preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere 
tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un 
enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto 
del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non 
ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato 
attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano 
pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma 
nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il 
mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia 
volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà 
fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo 
conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che 
la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che 
ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di 
poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia 
pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia 
parte già pulsare l’attività della città futura che la mia 
parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa 
su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al 
caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. 
Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare 
mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono 
partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli 
indifferenti”.

11 febbraio 1917

 


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