mercoledì, giugno 28, 2006

Saggezza Cinese:mai rallentare la vigilanza


Mai rallentare la vigilanza
Ruo Shi conduceva una vita appartata sul versante settentrionale del monte Ming Shang. Una tigre si accoccolava spesso nei pressi della sua siepe per spiare. Ruo Shi vigilava con i famigliari giorno e notte. Al sorgere del sole si batteva il gong, al tramonto si accendevano falò e la notte si suonava la campana come segnale d'allarme. Vennero anche eretti cespugli di spine intorno alla case e lungo la cinta e scavata nella valle una trincea di difesa. Per un anno la tigre non riuscì a predare nulla e morì. Rallengrandosene, Ruo Shi credette dopo la morte della tigre nulla avrebbe più potuto danneggiarlo. Perciò disarmò le strutture di difesa dalla tigre e smantellò gli equipaggiamenti intorno alla casa. Non riparò più la cinta del muro quando fu rovinata, nè completò la siepe quando fu bucata. Di lì da poco, inseguendo un cervo, un lupo arrivò all'angolo della case dell'eremita. Dopo aver ascoltato i versi emessi da vacche, pecore e maiali, vi fece irruzione per divorarli. Ruo Shi gli gridò contro, perchè non sapeva che fosse un lupo, ma la belva non si ritirò. Costui le gettò quindi sassi per scacciarla, ma il lupo si drizzò come un essere umano per afferrarlo con gli artigli. Ruo Shi venne infine sbranato dalla belva. L'autore della favola ci esorta a mantenere sempre la vigilanza, senza cantare vittoria troppo presto.

martedì, giugno 27, 2006

L'Italia democratica ha vinto ancora.



Ancora una batosta per la destra,sopratutto per leghisti e forzaitalioti.Sembra proprio che gli Italiani abbiano capito che se vogliamo una democrazia,almeno,un po' più giusta debbano cancellare per sempre l'esperienza di questo governo leghista e fascisteggiante che ha portato il nostro paese verso lo sfascio economico e morale.Io,sinceramente,non so' se la nostra costituzione abbia bisogno di modernizzazione,ma se di questo ci fosse bisogno alle sue modifiche dovranno partecipare tutti e con il consenso dei cittadini.La nostra Costituzione nata col concorso di tutte le forze politiche uscite dalla guerra contro il nazifascismo e costata all'Italia centinaia di migliaia di morti non potrà mai essere manipolata da una minoranza faziosa ed anti italiana come la lega e da forza italia.Io pur non essendo nazionalista mi sento Patriota essattamente come lo furono i nostri Partigiani.La Resistenza non morirà MAI!

sabato, giugno 24, 2006

NO NO NO

Votiamo NO contro le riforme reazionarie delle destre,per un mondo più egualitario fuori dalle dittature delle multinazionali,contro i signori della guerra per un mondo di eguali e di liberi,contro tutti gli estremismi religiosi che ci vorrebbero gregge al servizio del loro dio,ORA E SEMPRE RESISTENZA!

giovedì, giugno 22, 2006

Salviamo Il Manifesto


Il Manifesto rischia la chiusura,mancano i soldi.Mettiamoci una mano sul cuore,ma sopratutto
nel portafoglio,facciamo si' che questa importante voce della democrazia e della sinistra italiana
non debba tacere. Per non chiudere il giornale deve avere in cassa entro settembre 1,5 milioni (non da prestiti).Leggete il post di:http://nessunascusa.splinder.com/

domenica, giugno 18, 2006

Una bella canzone antimilitarista di Duilio DelPrete


Ho trovato questa bella canzone antimilitarista in un vecchio LP che comprai nel 1969,rovistando frai vecchi dischi mi è venuta la voglia di metterla nel mio blog,dopo averla passata al sito Canzoni contro la guerra.

Presente di Duilio DelPrete dal LP "dove correte" primo disco della collana OFF 1968

Presente
Alla stazione coi fiori fiato agli ottoni della banda sbandierinanti scolari la tradizione lo comanda
Le medagliere lustrate e le ragazze in amore per le ferine zaffate che emana il futuro vincitore
Vedove istericoardenti mogli in sospetto di figli baci ed abbracci frementi e nobili umidi cigli
Benedizioni di rito salve di hurrà e gloria a voi il battaglione è partito fiero ed indomito e poi
Poi quel compagno in ginocchio stupito di ritrovarsi le viscere in mano un girasole nel ventre è caduto ed è rimasto a marcire lontano
C'era una clausola in più nel contratto quella di andare a morire ammazzato lo sfruteranno rifatto in cemento e chissà come ne sarà contento
Il generale ha dettato"l'idea si impone con l'acciaio"(1) per conquistare il mercato si intona il canto del mortaio
La burba va' sottoterra povera carne da cannone buona per fare la guerra ma non la rivoluzione
Ed è per questo mio caro marmocchio che il fucilino non te l'ho comprato ho preferito regalarti Pinocchio un burattino di legno snodato
Tra ferro e fuoco i soldati di piombo son sempre vinti e non mai vincitori fondono insieme i codardi e gli eroi ti farai grande e mi capirai.
(1) frase del generale Wheeler
1968
http://www.prato.linux.it/~lmasetti/antiwarsongs/canzone.php?lang=it&id=4133

domenica, giugno 11, 2006

Attacchi hacker e tentativi di intrusione


Senza farsi venire delle paranoie ho notato anch'io,come segnalato da Alex Blog - Prove tecniche di trasmissione, che da quando partecipo con il mio blog alla vita politica della rete la mia firewall segnala parecchi tentativi di intrusione e la clessidra che segnala un'attività che non dovrebbe esserci si attiva spesso proprio in concomitanza alla mie visite di siti politici.Non fidarsi è un peccato ma molte volte ci si prende!

In ricordo di Libero Fantazzini un vecchio Anarchico bolognese


Libero è stato uno dei primi Anarchici che conobbi da giovane negli anni 69/70 e mi affascinò,con quei suoi modi da vero compagno sempre disponibile e sempre in prima fila.Allora a me sembrava il vero esempio del rivoluzionario libertario e fu proprio con personaggi come lui,Gino Fabbri ed Elio che io mi avvicinai quegli ideali del Comunismo Libertario,ideali che avrebbero poi indirizzato molti dei miei comportamenti sociali e di rapporto con la vita.
Di seguito una breve biografia della sua vita tratta da:
http://www.horstfantazzini.net/libero_fantazzini.htm

Biografia di Libero Fantazzini

Nasce il 14 gennaio 1906 a Bologna, da Raffaele e Adalgisa Pasi; detto Libero dal Fosco. Manovale edile, ha frequentato le scuole elementari. Il padre è iscritto al PSI, ma soprattutto è un dirigente della sezione bolognese del Sindacato Italiano Ferrovieri; nel luglio del 1919 viene denunciato per istigazione allo sciopero. Verrà licenziato nel 1923 a causa della sua partecipazione allo sciopero del 1°- 2 agosto 1922 indetto dall'Alleanza del Lavoro. F. frequenta fin da giovanissimo il gruppo anarchico bolognese di Porta Galliera. Il 1° ottobre 1921 viene assolto per insufficienza di prove dal pretore di Bologna da oltraggio alle forze dell’ordine; per lo stesso motivo è assolto il 24 novembre da porto abusivo di bastone animato. Durante il citato sciopero dell’Alleanza del Lavoro il sedicenne F. ha almeno uno scontro a fuoco con i fascisti, restando ferito ad una gamba: viene arrestato presso l’ospedale dove si reca per farsi medicare. Nel novembre dello stesso anno è condannato dal tribunale di Bologna a 10 mesi di carcere con la condizionale; sconta tuttavia 4 mesi di reclusione che gli vengono ulteriormente comminati. Dopo la scarcerazione assume il soprannome di Libero. Il 30 aprile 1923 partecipa ad un’altra sparatoria nella quale resta ucciso un fascista, ma riesce sfuggire alle autorità rifugiandosi in Francia. Viene iscritto nella Rubrica di Frontiera per il provvedimento “da arrestare”, nell’Elenco dei Sovversivi attentatori o comunque capaci di atti terroristici e nel Bollettino delle Ricerche per il provvedimento di fermo. Il 10 gennaio 1924 è condannato dalle autorità Francesi a sei mesi di prigione per furto ed espulso, ma sotto il falso nome di Libero Sisti. Risiede soprattutto in Francia, dimorando a Parigi e a Metz, dove negli anni successivi svolge anche l’attività di distributore di stampa anarchica (“Il Risveglio Comunista - Anarchico” e “Fede!”); cambia spesso identità (Luigi Gurioli e Getrioli, Umberto Guerra) trasferendosi anche in Belgio, Germania e Svizzera. Si accompagna con Bertha Heinz, figlia di un minatore della Saar. Nel gennaio 1932 rapina una tabaccheria a Bezons in Francia: arrestato, il 25 gennaio riesce ad evadere dal carcere di Versailles, ma nel giugno successivo viene fermato dalla polizia svizzera per un furto in una chiesa di Basilea ed uso di passaporto falso. In agosto è riconsegnato alle autorità francesi e condannato a 18 mesi per il furto nella tabaccheria e ad un anno per evasione. Durante la detenzione spedisce a Bologna presso i genitori la compagna Bertha e la figlia Pauline di 2 anni. Scrivendo alla famiglia, F. rivendica la dignità morale delle proprie azioni incolpando la disoccupazione dilagante derivata dall’organizzazione sociale, e spiega perciò di avere “attaccato quel capitale che è in mano ai miei aguzzini”. Nel gennaio 1934 esce dal carcere, si trasferisce nella Saar e sposa Bertha per evitare una nuova espulsione da parte dell’Amministrazione della Società delle Nazioni che governa la regione. In quella zona trova finalmente un’occupazione e nel febbraio 1935, approfittando della buona condotta tenuta ultimamente, scrive una supplica strumentale al Duce per tentare di far reintegrare sul posto di lavoro due postini bolognesi, Ivo Goretti e Gaetano Franceschi, licenziati per aver recapitato di nascosto alcune sue missive. In questo periodo F. si sposta frequentemente sia per motivi lavorativi che di militanza politica, per quest’ultima attività in maniera assolutamente clandestina anche perché ha ancora delle pendenze con la giustizia francese ed è conosciuto dalla polizia di vari paesi. Uomo d’azione, non ama comunicare per lettera e ancora meno scrivere articoli o lasciare tracce di qualsiasi tipo: oltre a svolgere opera di assistenza e mutuo soccorso ai compagni rifugiati in Francia, forse si reca anche in Spagna durante la guerra civile. Con il ritorno della Saar alla Germania ricominciano le traversie. Nel luglio 1938 viene denunciato per avere criticato in pubblico il regime nazista: la polizia lo incarcera in ottobre in occasione della visita di Hitler, ma siccome i testimoni non avevano confermato la denuncia è rilasciato subito dopo la partenza del Fuhrer. Il 4 marzo1939 nasce presso l’abitazione della famiglia di F. ad Altenkessel (vicino a Saarbrucken), il secondo figlio Horst. Durante il conflitto mondiale F. è sorvegliato e poi ricercato dalle autorità tedesche. Nei suoi frequenti spostamenti entra in contatto con elementi della Resistenza e riesce a rientrare in Italia per parteciparvi. Negli ultimi mesi della guerra la Gestapo si presenta nell’abitazione della famiglia di F., il quale fugge dalla finestra per nascondersi in un bosco nei paraggi: i nazisti sparano all’impazzata e lo ricercano accanitamente, ma senza trovarlo. Nel maggio del 1945 si trasferisce stabilmente a Bologna. I fascisti in città sono oggetto di alcuni “regolamenti di conti”: nel quartiere di F., la Bolognina, si sparge la leggenda di un misterioso “uomo dal mantello nero” che sopraggiungendo in bicicletta uccide a colpi di mitra i fascisti. Nel 1948 F. viene accusato di omicidi, ferimenti ed attentati ai danni degli ex seguaci del Duce: incarcerato, viene assolto e rilasciato l’anno successivo. Aderisce alla FAI ed è tra i principali artefici della riorganizzazione del movimento anarchico bolognese, operando specialmente sul fronte dell’antifascismo e della ricerca di sedi per il movimento. Già animatore del circolo anarchico di Via Mirasole, nel ’68 prende in affitto con pochi compagni (fra cui Gino Fabbri, intestatario del contratto) i locali di una cantina in via Paglietta che, dopo la ristrutturazione eseguita da lui stesso, diventano la sede del “Circolo C. Cafiero” e della Libreria Circolante. Sempre durante gli anni ’60, dopo la morte di Bertha, trova una nuova compagna nell’attivista anarchica Maria Zazzi. F. e la Zazzi rappresentano un punto di riferimento insostituibile a livello locale, nazionale ed internazionale per gli anarchici che vivono o frequentano la città felsinea negli anni ’60 e ’70; la loro abitazione è sempre a disposizione dei compagni. Il 27 luglio 1968 Horst viene arrestato e comincia per lui un’interminabile odissea carceraria. Conosciuto come “il rapinatore gentile”, aveva compiuto da solo piccole rapine in filiali di banche ed uffici postali, usando armi giocattolo e preoccupandosi di tranquillizzare i presenti. Nel 1969 F. è tra i primi promotori delle campagne di controinformazione sulla strage di Stato di Milano: stampa migliaia di volantini e manifesti, ingaggiando anche una polemica con il direttore del “Resto del Carlino”. E’ uso girare in Lambretta con una scala a tracolla ed il secchio della colla tra le gambe per tappezzare la città con manifesti affissi molto in alto, in modo che non vengano strappati o coperti, e che restano visibili anche per anni. In occasione del “Golpe Borghese” del 7-8 dicembre 1970, viene allertato dai compagni dell’ANPI e riunisce in casa sua gli anarchici bolognesi per ogni evenienza. Promuove anche la richiesta al Comune di Bologna di locali come risarcimento di quelli espropriati dal fascismo (segnatamente la Vecchia Camera del Lavoro di Via delle Lame, sede dell’USI e degli anarchici bolognesi): grazie anche al sostegno delle organizzazioni partigiane, stipula nel 1973 con l’ente locale il contratto per la disponibilità del Cassero di Porta Santo Stefano, che diventa la sede del “Circolo C. Berneri”. Il 23 luglio 1973 Horst cerca di evadere dal carcere di Fossano (CN); l’episodio è narrato nel libro autobiografico “Ormai è fatta” (promosso da Dario Fo e Franca Rame ed edito da Bertani nel 1974) dal quale verrà tratto anche un film nel 1999, con il cantautore Francesco Guccini che impersona F. Dopo il fallimento del piano di fuga ed una rocambolesca sequenza di eventi con sparatorie e ostaggi, Horst viene crivellato da numerosi proiettili sparati dai cecchini: riesce miracolosamente a sopravvivere. Da allora tenta continuamente di evadere alla minima occasione. I magistrati non gli riconoscono la continuità del reato, e si “guadagna” ulteriori condanne per la sua partecipazione, durante gli anni ’70, a varie lotte e rivolte nelle carceri speciali (Asinara, Nuoro, Badu ‘e Carros ecc…) subendo a volte l’isolamento anche da parte dei prigionieri politici “comunisti”, dato che si dichiara ostinatamente anarchico e ne critica i metodi. Accumula così una lunga pena che sarebbe finita circa nel 2024. F. mantiene sempre un affetto profondo per un figlio dall’esistenza così sfortunata e di cui diventa tutrice la compagna Maria, ma preferisce non confondere l’attività militante con le vicende familiari. Si impegna invece a fondo in una campagna a favore dell’anarchico salernitano Giovanni Marini, che per difendersi da un’aggressione aveva ucciso un fascista: tra le varie iniziative, occupa nel 1974 la torre degli Asinelli insieme ad Elio Xerri, tenendola per una giornata ed ottenendo una forte risonanza a livello nazionale. Nonostante l’età ed i numerosi infortuni procuratisi nella sua attività di muratore (caviglie spezzate, un occhio di vetro ecc.), partecipa sempre animatamente a tutte le mobilitazioni cittadine antifasciste e contro le stragi di Stato, nonché ai congressi e ai convegni della FAI fino a quando, colpito da una paresi negli ultimi anni della sua vita, deve interrompere la militanza. Muore a Bologna il 14 dicembre 1985. Al suo funerale non possono partecipare, perché entrambi detenuti, il figlio Horst ed il nipote Loris Fantazzini. Horst riceve la beffa del permesso due giorni dopo la cremazione. Il 24 dicembre 2001 si spegne anche Horst nel carcere bolognese della Dozza, dopo 33 anni di galera quasi ininterrotta.
Biografia tratta dal Dizionario biografico degli anarchiciitaliani, BFS editrice.

sabato, giugno 03, 2006

Quanto è costata la guerra in Iraq


Pubblico un post di Pier,trovato in un blog di destra:
http://www.otimaster.com/dblog/default.asp
(avete sbagliato bandiera),purtroppo senza l'indirizzo per poterlo ringraziare.

Il 30 settembre 2006 la guerra in Iraq sarà costata agli americani 315 miliardi di dollari. Per intenderci, circa 600 mila miliardi di lire, un quinto circa dell'intero debito pubblico italiano. La stima si trova sul sito http://www.costofwar.com/ ed è per difetto. Non include, per esempio, i costi futuri in assistenza sanitaria ai soldati e alle famiglie; né considera che lo sforzo economico è stato finanziato in deficit: verrà gravato dagli interessi sul debito pubblico americano. Ci sono poi i danni globali all'economia americana - e mondiale - conseguenti alla distruzione del bilancio federale. Infine, dall’Iraq non si vede via d'uscita: dopo settembre si tornerà a battere cassa.In Iraq gli Usa hanno massacrato 40 mila civili. Anarchia, fanatismo, terrorismo, guerra civile, tratta delle schiave del sesso (vedi articolo su «Time»), industria dei rapimenti, dilagante criminalità, mancanza di acqua, luce, energia, cibo, ne hanno uccisi circa altri 150 mila: 80% donne e bambini. Ogni anno milioni di bambini muoiono per le più banali malattie: con 315 miliardi di dollari si sarebbero potuti vaccinare tutti i bambini del mondo per 96 anni. Si sarebbero potuti finanziare i programmi Onu per la cura all'Aids per più di 30 anni. Si sarebbe potuto rimediare alla fame nel mondo per undici anni. Negli Usa 40 milioni di persone non hanno assistenza sanitaria: la mortalità infantile è la più alta tra i Paesi sviluppati. Più che a Cuba. Con quella cifra si sarebbe potuta pagare assistenza annua per più di 170 milioni di bambini. Negli Usa l'istruzione superiore è a pagamento: si sarebbe potuto finanziare 15 milioni di borse universitarie quadriennali. Lo stato delle scuole pubbliche americane nei ghetti e nelle zone rurali è da terzo mondo: si sarebbero potuti assumere più di 5 milioni di insegnanti.Questo se la classe dirigente dell'America esportatrice di democrazia, curasse il bene del proprio «demos» e non dei propri finanziatori e burattinai; se i suoi «cristianissimi» leader conservassero un simulacro di umanità